Il Premio don Sante per l’arte contemporanea è una iniziativa cui la Fondazione Montanaro si è dedicata con grande entusiasmo raccogliendo il testimone di Mons. Montanaro, archivista del Vaticano (che in vita aveva fondato e diretto le riviste ‘Per una civiltà europea dello spirito’, e ‘Opera aperta’, curando, nello spirito del Concilio Vaticano II, proficui incontri e scambi di utili esperienze fra i rappresentanti più autorevoli delle varie culture in Italia e all'Estero).
“Siamo davvero molto felici che questa seconda edizione abbia riscontrato ancor più successo della prima – ha commentato la presidente della fondazione, Nica Ferri – significa che il seme gettato qualche anno fa ha portato frutto. Per un attimo abbiamo temuto che la situazione pandemica rallentasse gli entusiasmi, ma devo dire che la risposta è stata entusiasmante. Merito anche del tema scelto”.
"Da Luce a colore. Alla ricerca di un raggio di bellezza", dunque, è il titolo di questa seconda edizione del Premio ed era rivolta agli artisti nei linguaggi di pittura, scultura, installazioni, fotografia, video arte, performance, arte virtuale e multimediale.
“Con il termine “luce” – chiarisce Nicola Zito, curatore unico di questa edizione – s’intende un “ente fisico” cui è dovuta l’eccitazione nell’occhio delle sensazioni visive; sia essa naturale o artificiale, è elemento fondamentale della vita dell’essere umano, centrale in tutte le attività, economiche e culturali. Con “colore”, che ha origini antiche, s’indica, in fisica, la luce stessa (monocromatica o policromatica), ma anche la sensazione fisiologica provocata dall’effetto di luci diverse per qualità e composizione. Nell’uso comune, si fa riferimento alla sensazione visiva ottenuta osservando un determinato elemento alla luce naturale”.
Vediamo quindi nel dettaglio i numeri.
Gli stranieri che hanno aderito sono 53 provenienti, in particolare: 23 da Iran, 4 dal Regno Unito, 4 dall’Ucraina, 4 dalla Serbia, 3 dalla Germania, 2 dall’India, 2 dal Brasile, 1 dalla Grecia, 1 dall’Irlanda, 1 da Israele, 1 dalla Bulgaria, 1 da Taiwan, 1 dal Venezuela, 1 dalla Spagna, 1 dalla Polonia, 1 dal Belgio, 1 dalla Slovenia, 1 dalla Cina.
L’età anagrafica dei partecipanti svela una forbice molto ampia, segno dell’universalità del tema: il più giovane ha 13 anni, il più anziano ha 82 anni (l’età media, dunque, è di 48), spalmati più o meno alla pari tra uomini e donne.
Infine, le sezioni: 160 artisti si sono espressi attraverso la pittura, 72 attraverso la fotografia, 47 attraverso scultura e istallazione, 11 attraverso l’arte virtuale e multimediale, 7 tramite la video arte.
Adesso toccherà al comitato scientifico riunirsi per stabilire chi tra i 297 partecipanti potrà aspirare alla mostra conclusiva che sarà inaugurata l’8 settembre prossimo. Le modalità di organizzazione degli eventi – dall’inaugurazione ai laboratori ai collaterali – sono in corso di definizione e progettati alla luce delle nuove norme introdotte dopo l’emergenza sanitaria. “Stiamo studiando – ha fatto sapere Marilena Rodi, responsabile della comunicazione del progetto – una modalità in presenza e una online, così da non disperdere il patrimonio di esperienza della passata edizione e per garantire la massima partecipazione. Inoltre sarebbe assolutamente proficuo per il Premio incontrare i territori attraverso formule innovative di dialogo pubblico. Ma ci stiamo lavorando”.